PMA all’estero: come ottenere il rimborso delle spese

La normativa che regola le cure transfrontaliere garantisce ai cittadini europei la possibilità di accedere alle cure sanitarie anche al di fuori del proprio Paese di residenza. È evidente che in questo modo si facilita la mobilità dei pazienti all’interno dell’Unione Europea, permettendo agli stessi di ricevere assistenza medica in un altro Stato membro e di ottenere il rimborso delle spese.

Considerato che la copertura dei costi relativi alle cure mediche ricevute in un altro Stato membro può essere erogata attraverso l’assistenza diretta o indiretta, con questa guida cercherò di dare tutte le informazioni necessarie relative alle modalità di accesso alle cure programmate transfrontaliere e sulle procedure per il rimborso delle spese, al fine di poter avvalersi di questo diritto nel modo corretto e consapevole.

Nello specifico, verranno approfonditi i seguenti temi:

  1. Assistenza diretta: cosa è e come funziona
  2. Assistenza indiretta: procedura e quantificazione del rimborso
  3. PMA all’estero: i costi sono rimborsabili?

Assistenza diretta: cosa è e come funziona

Questo sistema di assistenza sanitaria permette di ricevere, in un altro Stato comunitario, l’assistenza sanitaria di cui si ha bisogno, alle stesse condizioni previste per i cittadini dal Sistema sanitario del Paese di cura. Questo tipo di assistenza, valido solamente se le cure sono erogate da strutture e professionisti pubblici o privati convenzionati con il Sistema sanitario del Paese in cui si viene curati, prevede che il Servizio Sanitario Nazionale italiano provveda al pagamento diretto delle prestazioni sanitarie in favore delle competenti Istituzioni del Paese straniero.

Per avvalersi di questa agevolazione è richiesta una preventiva autorizzazione da parte dell’ASL di appartenenza, che verrà rilasciata a condizione che le cure che si desidera ricevere in un altro Stato dell’UE siano adeguate e finalizzate a garantire la tutela della salute di chi le riceve, rientrino tra le prestazioni sanitarie erogabili dal SSN Italiano e non possano essere praticate in Italia entro un lasso di tempo accettabile sotto il profilo medico, tenuto conto dell’attuale stato di salute e della probabile evoluzione della malattia. 

Assistenza indiretta: normativa di riferimento, procedura e quantificazione del rimborso

Quando si parla, invece, di assistenza indiretta, si fa riferimento al caso in cui il paziente anticipa i costi della cura per poi ottenere il relativo rimborso.

La normativa italiana prevede la possibilità di ricevere cure e diagnosi in un altro Paese Ue o SEE a condizione che:

  • le cure rimborsabili siano quelle riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale Italiano – SSN, con esclusione dell’assistenza sanitaria di lunga durata;
  • le cure rimborsabili possano essere fornite da strutture pubbliche, private convenzionate e private o professionisti pubblici o privati;
  • i costi dell’assistenza sanitaria vengano essere anticipati dal paziente, che successivamente potrà richiedere un rimborso alla ASL di appartenenza;
  • la misura massima del rimborso per le prestazioni sanitarie sia pari al costo che il Servizio Sanitario Nazionale avrebbe sostenuto se le cure fossero state fornite in Italia, senza superare quanto è stato effettivamente speso;

Le spese di cura così anticipate dal paziente vengono rimborsate, previa presentazione di apposita domanda all’ASL, in misura corrispondente alle tariffe regionali  vigenti. In ogni caso, tale copertura non  può  superare  il  costo effettivo dell’assistenza sanitaria ricevuta.

PMA all’estero: i costi sono rimborsabili?

Grazie alla Direttiva europea sull’assistenza transfrontaliera è possibile ottenere il rimborso delle spese sostenute per le cure legate a percorsi di fecondazione assistita eseguiti all’estero, a condizione, però, che i soggetti interessati provengano da Regioni italiane che hanno inserito la PMA nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

Dopo l’intervento della Corte Costituzionale, l’Italia deve assicurare i trattamenti di fecondazione omologa ed eterologa; inoltre, sono autorizzate le cure all’estero se si tratta di prestazioni che in Italia non possono essere erogate entro un determinato lasso di tempo.

Con riferimento alle procedure di PMA eterologa, infatti, se non c’è la possibilità di sottoporsi a questa tipologia di trattamento entro un periodo di tempo giustificabile sotto il profilo clinico, le coppie possono ricorrere alla procedura indiretta, ovvero rivolgersi ai centri esteri e richiedere successivamente il rimborso al Servizio Sanitario Nazionale Italiano dei costi dell’assistenza sanitaria autorizzati.

Anche in questo caso, le cure rimborsabili sono pari al costo che il SSN di appartenenza avrebbe sostenuto se le cure fossero state erogate in loco, senza superare il costo totale della cura. 

Va in ogni caso, chiarito che i requisiti e le procedure di rimborso variano a secondo della Regione da cui provengono gli interessati. 

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