Nei paesi dove la maternità surrogata è legale, il consenso informato è uno strumento importante per capire quali sono i rischi e gli effetti medici e legali collegati al percorso che si decide di intraprendere.
E’, importante, dunque, parlare di consenso informato da vari punti di vista:
Quando parliamo di “consenso informato” possiamo fare riferimento a due aspetti:
Il consenso informato è fondamentale nel percorso di maternità surrogata. E’ importante anche per poter valutare la scelta consapevole, libera e volontaria effettuata dalla donna che decide di intraprendere tale percorso in qualità di madre surrogata.
Il relativo contenuto può variare in base al paese di riferimento e alla legislazione applicabile. Spesso, nell’ambito del consenso non vengono solo analizzate le questioni collegate ai rischi e agli effetti medici derivanti dall’applicazione delle tecniche di fecondazione assistita, ma altresì gli aspetti collegati alla genitorialità legale da riconoscersi in favore del bambino che nascerà.
Dipende dal paese di riferimento e dalla legislazione applicabile.
In alcuni paesi, ad esempio in Canada e nel Regno Unito, la maternità legale è riconosciuta alla donna che dà alla luce il bambino, dunque la madre surrogata è considerata madre legale alla nascita e il riconoscimento dei diritti genitoriali in favore della coppia o del singolo avviene dopo la nascita.
In altri paesi, invece, il trasferimento dei diritti genitoriali dalla madre surrogata al genitore o ai genitori intenzionali si formalizza prima della nascita con effetti che decorrono alla nascita del bambino.
Analizzando le statistiche sul tema, si osserva come sia molto raro che una madre surrogata possa cambiare idea alla nascita del bambino, anche perché la sua decisione iniziale di intraprendere un simile percorso è dettata dal desiderio di aiutare un singolo o una coppia a creare la sua famiglia.
Se dovessero sorgere delle controversie in merito al riconoscimento della genitorialità o se la madre surrogata dovesse cambiare idea, le parti possono sempre rivolgersi all’Autorità Giudiziaria che valuterà le intenzioni manifestate dalle parti fino a quel momento e prenderà una decisione che sia nell’interesse del minore.
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